Analisi delle caratteristiche personali alla base dei comportamenti rischiosi alla guida e del rischio di incidenti stradali
La guida è un comportamento complesso, frutto dell’interazione fra fattori individuali interni al guidatore e fattori ambientali legati sia alle condizioni della strada che al comportamento degli altri guidatori. Negli ultimi decenni la psicologia si è occupata largamente dei processi psicologici che possono spiegare il comportamento di guida, in particolare di quei comportamenti “a rischio” che aumentano la probabilità di un incidente. Nello specifico bisogna distinguere 3 tipi di comportamenti a rischio: 1) Gli errori, derivati da una pianificazione scorretta dell’azione di guida; 2) Le dimenticanze o “lapses”, dovuta a mal funzionamento dei sistemi attentivi e/o di memoria; 3) Le violazioni, ossia comportamenti alla guida frutto di scelte deliberate che vanno contro le regole della strada. Alla base di questi differenti comportamenti ci sono meccanismi differenti, così come differenti sono le ricadute in termini di rischio per gli incidenti stradali.
Nel complesso, il gruppo di ricerca ha radicato proprio in questa letteratura l’interesse per 2 grandi filoni di ricerca entrambi interessati a sviscerare le caratteristiche individuali alla base del rischio alla guida.
Il primo filone di ricerca si è occupato principalmente di analizzare la correlazione che intercorre fra alcuni fattori personali del guidatore legati al sonno, come ad esempio le abitudini di sonno, le ore di sonno dormite, o le ora di veglia continuata senza sonno, con l’esperienza della sonnolenza alla guida o con il rischio di indicente sonno-correlato anche in ore diurne. L’esperienza di sonnolenza alla guida, inoltre, si configura come rischio principalmente per i giovani che per loro abitudini si trovano a guidare in orari normalmente dedicati al sonno e aumentando quindi enormemente il rischio di incidenti sonno-correlati. Il gruppo di ricerca si è concentrato nell’analizzare le strategie utilizzate dai giovani di fronte a tali situazioni e nel valutare come i messaggi, che veicolano informazioni sui rischi, possano incidere sulle scelte di salute in tale ambito.
Il secondo filone, invece, si è focalizzato sull’analisi delle caratteristiche di personalità del guidatore che meglio spiegano gli atteggiamenti verso la sicurezza stradale e i comportamenti di rischio alla guida. All’interno di questo filone, il gruppo di ricerca si è confrontato con due approcci analitici e metodologici allo studio del fenomeno. Il primo approccio, basato sulla “cluster analysis”, ha permesso di identificare tipologie differenti di guidatori, caratterizzati da specifiche combinazioni di tratti di personalità che si esprimono poi in comportamenti alla guida (i.e. errori, violazioni e lapses) con differenti gradi di rischio. Il secondo approccio, invece, basato su modelli multivariati di relazioni (i.e. equazioni strutturali) che testano le relazioni complesse che legano alcuni tratti di personalità (p.e. sensation seeking, ansia, rabbia) dei guidatori ai propri atteggiamenti verso la sicurezza e a differenti comportamenti di rischio alla guida (i.e. errori, violazioni e lapses). Tali modelli si sono rilevati predittivi in guidatori di differenti età mantenendo il proprio potere predittivo anche nel caso di guidatori professionisti (i.e. autisti di autobus pubblici).